Il calcio è stato il principale strumento di comunicazione con mio padre e rivedendo quella tuta nello Juventus Store ho deciso che volevo averla, intuendo in maniera più o meno inconscia che mi avrebbe connesso in qualche modo con la mia infanzia e il ricordo di mio padre. Noi pensiamo che la squadra meno energie spende per vincere, meglio è. Nel 1972 l’Eintracht Braunschweig fu la prima squadra al mondo a mettere sulle proprie divise uno sponsor tecnico. È accaduto soltanto una volta, contro il Liverpool che è probabilmente la squadra più performante d’Europa». In un inserimento datato 827, la Cronaca afferma «Egbert condusse un esercito contro i Northumbriani fino a Dore, dove essi lo incontrarono, e gli offrirono condizioni di obbedienza e sottomissione, all’accettazione dei quali essi rientrarono a casa» (trascrizione). Sicuramente quello che ci è arrivato più vicino è il brand Diadora nel 1994, quando vestiva l’Italia finalista contro il Brasile.
Ti dice “la tua scelta in questa partita è stata 90, mentre ad esempio la volta scorsa nel tuo ruolo un altro giocatore ha fatto 93”». E tra gli azzurri, chi ha numeri impressionanti è Luperto: «è un fenomeno, non sbaglia mai scelta. «A un preparatore atletico, o comunque al nostro staff, preoccupa molto di più l’infortunio nella fase finale della partita. «A fine match – racconta Mauri – hai un numero da uno a cento. «In otto mesi – spiega Mauri – abbiamo subito sei lesioni muscolari (i quattro citati più Chiriches e Ounas) e lo consideriamo un dato molto buono sia per gli standard europei sia per lo storico delle nostre annate. Poiché il calcio tedesco è diventato famoso per la tenacia – Mauri parla di stamina, di perseveranza psicologica, di sofferenza al dolore – per loro era ed è impensabile rinunciare a questo fattore». Poiché però, per mille motivi, il Napoli si è abbassato, si è pensato a un calo atletico che i dati non hanno riscontrato, anzi.
Però, obiettiamo, al Bayern i calciatori si lamentarono di questi metodi che i “non competenti” definiscono blandi. Anche i viaggi incidono molto, maglietta napoli nuova ci sono calciatori – come i sudamericani – più abituati a viaggiare e altri meno». I calciatori inadempienti saranno ammoniti immediatamente dopo che il pallone avrà cessato di essere in giuoco. Che può essere un problema biomeccanico o un problema di postura alterata. Se avessi avuto in quel momento la schiena perfetta, la postura perfetta, non mi sarei stirato. Faccio un esempio: “mi sono allenato tanto, ho dormito male, ho la schiena che non è allineata, vado a fare un movimento estremo, eccentrico, e mi stiro. Può avere buon senso, quindi provare a non fare danni, ma non può avere le conoscenze dei professionisti. Mi fa ridere quando sento un un allenatore dire “devo fare anche da psicologo”. Il settore giovanile del Fasano Calcio partecipa al Campionato Nazionale Juniores oltre ad avere anche formazioni giovanili nelle categorie Allievi e Giovanissimi Regionali. Fu poco prima di natale che Pierre Geoffroy chiese ai suoi genitori di poterla tesserare e utilizzarla in campionato e la mamma, che aveva sempre appoggiato la scelta di Anne di voler giocare al calcio, le dette il permesso di andare via di casa (a 18 anni non ancora compiuti) per giocare in Francia.
La sensazione, suffragata dai numeri, è che chiudiamo le partite ancora freschi. Il Belgio vanta numerosi artisti di fama mondiale: nel XV secolo si distinsero Hubert van Eyck, Jan van Eyck, Rogier van der Weyden, Giusto di Gand, Hans Memling e Hugo van der Goes, importanti esponenti della pittura fiamminga, nel XVI secolo Quentin Massys e Pieter Bruegel il Vecchio, esponenti del cosiddetto pieno Rinascimento fiammingo e olandese, e si distinse nei paesaggi e soggetti storici Joachim Patinir, nel XVII secolo spiccano David Teniers il Vecchio e ancora Peter Paul Rubens e Antoon van Dyck esponenti del barocco e, tra il XIX e il XX secolo,spicca James Ensor,esponente dell’avanguardia; nel XX secolo Guy Huygens e Jean-Michel Folon. A cavallo tra XIX e XX secolo, la prima casacca dei Rossoneri fu una semplice camicia di seta caratterizzata da una fitta rigatura, con lo scudo cittadino di Milano cucito all’altezza del cuore; i pantaloni – o, forse, sarebbe il caso di parlare di «braghe» – presentavano inoltre una foggia decisamente ampia. Ⓤ Invece quando ha conosciuto il calcio italiano per la prima volta? La prima è di un colore giallo pallido che ricorda quella classica del club, mentre la seconda blu presenta la mappa dell’America Latina.